Una nuova e importantissima vittoria per i docenti specializzati all’estero arriva dal TAR Lazio, che ha accolto le istanze patrocinate dagli avvocati Zinzi e Bongarzone, segnando un punto di svolta nei contenziosi sul riconoscimento del titolo di sostegno ottenuto all’estero.
La sentenza stabilisce che l’adverentia rilasciata dall’Università Rimena costituisce attestazione di qualifica professionale ai sensi della Direttiva Europea 2005/36/CE. Questo significa che il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) non può più considerare automaticamente insufficienti tali titoli per la mancata inclusione in un determinato elenco nazionale o per presunti vizi procedurali nell’attestazione.
Fino ad oggi, il MIM ha sistematicamente inviato preavvisi di diniego a chi aveva conseguito il titolo di specializzazione all’estero, sostenendo che l’attestazione rilasciata dall’università non fosse idonea a provare l’effettivo possesso della qualifica professionale. Tuttavia, il TAR Lazio ha chiarito che il giudizio deve essere condotto sulla base della normativa europea, e non su interpretazioni restrittive imposte unilateralmente dall’amministrazione italiana.
La sentenza afferma in modo inequivocabile che i preavvisi di diniego basati su tali motivazioni non sono legittimi, superando di fatto la linea adottata dal Ministero. Di conseguenza, tutti i docenti che hanno ricevuto tali preavvisi possono ora invocare questa pronuncia per far valere il loro diritto al riconoscimento.
Questa decisione rappresenta una vera e propria svolta giurisprudenziale, perché sancisce il principio secondo cui il titolo conseguito all’estero, se accompagnato dall’adverentia o da un’attestazione equipollente, deve essere riconosciuto in Italia. Il TAR Lazio, infatti, ha ribadito che l’interpretazione delle norme europee deve essere conforme ai principi di libera circolazione e riconoscimento delle qualifiche professionali, senza vincoli arbitrari imposti dai singoli Stati membri.
Per chi ha già ricevuto un preavviso di diniego o un diniego definitivo, questa pronuncia apre la strada alla contestazione del provvedimento con ricorso al TAR, poiché il Ministero non può più giustificare i rigetti con motivazioni ormai superate dalla giurisprudenza.
Gli avvocati Zinzi e Bongarzone, già impegnati in numerosi ricorsi sul tema, sono a disposizione per valutare la posizione di ogni docente e agire tempestivamente.
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