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DPCM 60 CFU e Nuovi Scenari sui Titoli Esteri

Novità Importante: Il DPCM per l’Abilitazione all’Insegnamento con 60 CFU è ora Legge!

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) relativo all’abilitazione all’insegnamento con l’acquisizione di 60 Crediti Formativi Universitari (CFU) è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, aprendo un nuovo capitolo nel percorso di formazione iniziale degli insegnanti della scuola secondaria di I e II grado in Italia.

Gli scenari, però, cambiano anche in favore dei docenti abilitati o specializzati sul sostegno all’estero.

Un Cambio di Prospettiva Abilitazione Insegnamento.

Da anni sosteniamo che in Italia il concetto di abilitazione all’insegnamento non era più legato alla realtà fattuale ed alla normativa europea.
In ogni caso, questo tanto atteso DPCM, firmato lo scorso luglio, ha introdotto significative modifiche ai requisiti di formazione e ai percorsi per coloro che aspirano a diventare insegnanti. I punti salienti di questo decreto aprono un nuovo capitolo nella formazione degli educatori e hanno già suscitato interesse e discussione tra gli aspiranti docenti, le istituzioni educative e la comunità accademica.

Cosa prevede il decreto? Crediti Formativi Universitari (CFU) e Obiettivi Minimi

Il DPCM presenta una serie di disposizioni chiare riguardo ai CFU da conseguire e agli obiettivi minimi per ciascun corso. In particolare, sono previsti tre percorsi distinti:

  • Percorso Standard da 60 CFU: Il percorso formativo standard richiede agli aspiranti docenti l’acquisizione di almeno 60 CFU. Questo percorso rappresenta il cammino tipico per coloro che desiderano intraprendere la carriera di insegnante.
  • Percorso da 30 CFU per Esperti: Per coloro che hanno già accumulato tre anni di servizio scolastico, il DPCM prevede un percorso abbreviato di 30 CFU. Questo percorso tiene conto dell’esperienza acquisita nell’ambito dell’insegnamento.
  • Percorso da 36 CFU per Chi ha già 24 CFU: Coloro che hanno precedentemente conseguito 24 CFU secondo il precedente ordinamento possono intraprendere un percorso di 36 CFU, facilitando il completamento della loro formazione.

Il Ruolo dell’Accreditamento e dell’ANVUR

Il DPCM introduce anche un sistema di accreditamento affidato all’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR). Questa agenzia avrà il compito di definire i percorsi formativi, monitorare la qualità dell’istruzione e valutare gli aspiranti docenti.

Esame Finale e Qualificazione Professionale

Una delle caratteristiche chiave dei nuovi percorsi formativi è l’introduzione di un esame finale. Gli aspiranti docenti dovranno affrontare una prova scritta e una lezione simulata, il superamento delle quali garantirà loro il conseguimento della formazione professionalizzante conforme agli standard minimi del docente abilitato.

La Valutazione Periodica “ex post”

Per garantire l’omogeneità della qualità dell’offerta formativa delle università, l’ANVUR effettuerà una valutazione periodica “ex post” dei percorsi formativi. Questa valutazione terrà conto del “tasso di successo” degli abilitati alle procedure di reclutamento per la scuola.

Il DPCM 60 CFU rappresenta una svolta significativa nel sistema di abilitazione all’insegnamento in Italia. Queste modifiche sono state introdotte con l’obiettivo di garantire che gli insegnanti siano adeguatamente preparati e qualificati per guidare e formare le future generazioni.

Tuttavia, resta da vedere come queste nuove disposizioni si tradurranno nella pratica e come influenzeranno il percorso degli aspiranti docenti.
Sarà essenziale monitorare da vicino l’implementazione e l’adeguamento delle linee guida definite da questo DPCM nei prossimi anni, poiché ciò avrà un impatto diretto sul sistema educativo italiano.
Senza dubbio si tratta di un enorme vantaggio per i docenti abilitati all’estero che potranno chiedere il riconoscimento del percorso estero anche alla luce della rivisitata normativa in tema di abilitazione all’insegnamento.
Seguiranno nuove iniziative.

Per i docenti abilitati all’estero è indispensabile attivare il ricorso sul silenzio inadempimento
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Per assistenza tecnica o informazioni generali contattare via messaggio e/o telefonata Whatsapp il numero 350.5232808

Ricordiamo inoltre la possibilità di aderire, in favore di tutti i precari, del Ricorso per il Recupero della Carta del Docente ci sono alcune ragioni comuni per cui i docenti precari potrebbero considerare conveniente aderire a un ricorso per ottenere la carta del docente:

  • Accesso a Risorse Didattiche: La carta del docente consente ai docenti di accedere a risorse didattiche, come libri, software, servizi educativi online, e altro ancora. Queste risorse possono arricchire l’esperienza di insegnamento e migliorare la qualità dell’istruzione fornita agli studenti.
  • Formazione Continua: La carta del docente può essere utilizzata per partecipare a corsi di formazione continua, seminari e workshop. Questo aiuta i docenti a sviluppare competenze aggiornate e a rimanere al passo con le nuove metodologie didattiche e le tendenze educative.
  • Sostegno Finanziario: La carta del docente offre un sostegno finanziario ai docenti, consentendo loro di coprire i costi associati alla formazione e all’acquisto di risorse educative. Questo può essere particolarmente utile per i docenti precari che potrebbero avere risorse finanziarie limitate.
  • Miglioramento della Qualità dell’Insegnamento: L’accesso a risorse e opportunità di formazione può contribuire a migliorare la qualità dell’insegnamento e, di conseguenza, beneficiare gli studenti, creando un ambiente di apprendimento più efficace.
  • Riconoscimento dell’Impegno degli Insegnanti: La carta del docente rappresenta un riconoscimento dell’importante lavoro svolto dai docenti e del loro impegno nell’educazione. Può anche incentivare i docenti a investire nella loro crescita professionale.
  • Facilità di Utilizzo: La carta del docente è solitamente facile da utilizzare, con procedure di registrazione online e una vasta gamma di servizi e risorse disponibili.
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