Gli scenari, però, cambiano anche in favore dei docenti abilitati o specializzati sul sostegno all’estero.
Da anni sosteniamo che in Italia il concetto di abilitazione all’insegnamento non era più legato alla realtà fattuale ed alla normativa europea.
In ogni caso, questo tanto atteso DPCM, firmato lo scorso luglio, ha introdotto significative modifiche ai requisiti di formazione e ai percorsi per coloro che aspirano a diventare insegnanti. I punti salienti di questo decreto aprono un nuovo capitolo nella formazione degli educatori e hanno già suscitato interesse e discussione tra gli aspiranti docenti, le istituzioni educative e la comunità accademica.
Il DPCM presenta una serie di disposizioni chiare riguardo ai CFU da conseguire e agli obiettivi minimi per ciascun corso. In particolare, sono previsti tre percorsi distinti:
Il DPCM introduce anche un sistema di accreditamento affidato all’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR). Questa agenzia avrà il compito di definire i percorsi formativi, monitorare la qualità dell’istruzione e valutare gli aspiranti docenti.
Una delle caratteristiche chiave dei nuovi percorsi formativi è l’introduzione di un esame finale. Gli aspiranti docenti dovranno affrontare una prova scritta e una lezione simulata, il superamento delle quali garantirà loro il conseguimento della formazione professionalizzante conforme agli standard minimi del docente abilitato.
Per garantire l’omogeneità della qualità dell’offerta formativa delle università, l’ANVUR effettuerà una valutazione periodica “ex post” dei percorsi formativi. Questa valutazione terrà conto del “tasso di successo” degli abilitati alle procedure di reclutamento per la scuola.
Il DPCM 60 CFU rappresenta una svolta significativa nel sistema di abilitazione all’insegnamento in Italia. Queste modifiche sono state introdotte con l’obiettivo di garantire che gli insegnanti siano adeguatamente preparati e qualificati per guidare e formare le future generazioni.
Tuttavia, resta da vedere come queste nuove disposizioni si tradurranno nella pratica e come influenzeranno il percorso degli aspiranti docenti.
Sarà essenziale monitorare da vicino l’implementazione e l’adeguamento delle linee guida definite da questo DPCM nei prossimi anni, poiché ciò avrà un impatto diretto sul sistema educativo italiano.
Senza dubbio si tratta di un enorme vantaggio per i docenti abilitati all’estero che potranno chiedere il riconoscimento del percorso estero anche alla luce della rivisitata normativa in tema di abilitazione all’insegnamento.
Seguiranno nuove iniziative.
Per i docenti abilitati all’estero è indispensabile attivare il ricorso sul silenzio inadempimento
Per assistenza tecnica o informazioni generali contattare via messaggio e/o telefonata Whatsapp il numero 350.5232808
Ricordiamo inoltre la possibilità di aderire, in favore di tutti i precari, del Ricorso per il Recupero della Carta del Docente ci sono alcune ragioni comuni per cui i docenti precari potrebbero considerare conveniente aderire a un ricorso per ottenere la carta del docente:
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